Bergoglio Glocal
Questo dipinto, raffigurante la Genealogia di san Benedetto, è conservato oggi presso il Santuario della Beata Vergine Maria di Loreto e Santa Rita di Alessandria. La sua provenienza, però, è diversa dall’attuale sistemazione. Il dipinto in origine era conservato presso la Abbazia di San Pietro in Bergoglio, collegiata dal 1520, retta dai monaci benedettini. Il complesso abbaziale venne poi abbattuto il 17 giugno 1728 come secondo edificio in ordine cronologico, stante i programmi dell’ingegner Ignazio Bertola per la demolizione del borgo e successiva costruzione della nuova Cittadella Militare di Alessandria. La Collegiata migra, dunque, in città trovando ricovero nella chiesa di santa Maria dell’Olmo, oggi sede dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Umberto Eco” già “Saluzzo-Plana” e prima ancora Istituto Magistrale, e il Capitolo nell’antica chiesa di san Dalmazzo. In seguito, e definitivamente, anche la Collegiata si trasferisce nella chiesa di san Dalmazzo rinnovata dai benedettini nel 1741.
Bergoglio è la quintessenza del termine glocal inteso come trattato esplicativo sul territorio di geopolitica europea.
Ogni tanto scriverò di Bergoglio, per quanto possa valere il mio pensiero e conscio dei miei limiti anagrafici e di “maneggiamento ardimentoso di documenti” contro ben più illustri, e veri, storici del territorio. Il passato è necessario al nostro presente per costruire il futuro. Se non si conosce e non si analizza il passato il nostro presente è pressoché vano e lascia poco aiuto e poche tracce significative al futuro. Se penso a quanto sforzo, quante energie siano state profuse per osteggiare prima, e condannare poi, l’abbattimento del ponte Cittadella (si veda qui una cronologia sintetica sulle vicende dei ponti sul Tanaro) mi viene quasi da ridere. È come paragonare un piccolo asteroide alla Via Lattea. La demolizione del vecchio ponte cittadella, quello inaugurato nel 1891 per intenderci e non il ponte in pietra coperto risalente al 1450, è nulla in confronto al violento raptus distruttivo che ha coinvolto l’antico borgo, milioni di anni luce antecedente rispetto ad un ponte di fine ottocento. Bergoglio era in origine un castrum romano ed è stato storicamente l’area più interessante.
Bergoglio è la quintessenza del termine glocal inteso come trattato esplicativo sul territorio di geopolitica europea. Si consenta questo paragone azzardato. Intrighi politici, militari, economici e speculativi, Bergoglio è la vittima sacrificale sul territorio che paga indirettamente il prezzo più alto degli accordi di Utrecht: la totale cancellazione dal pianeta. Centinaia di case, 4000 abitanti dispersi nella campagna senza una casa da un giorno all’altro, 17 chiese, conventi, palazzi nobiliari, monumenti antichi e altro per nulla insignificanti comprese in un perimetro murario di 5 km, con 7 baluardi, 2 torri, 1 rivelino e 8 mezzelune. Anche l’abbattimento dello stabilimento Borsalino con la sua ciminiera è cosa infinitesimale al confronto.
L’avvocato Troncone
Sono sempre molto colpito da quanto questa destructio major (la demolizione di Bergoglio, n.d.r.), così puntualmente definita da Franco Castelli in una sua pubblicazione del 1983 dal titolo “La sindrome dell’avvocato Troncone, ovvero dell’ebbrezza demolitoria”, sia stata anche cancellata dalla coscienza e dalla memoria storica degli alessandrini. Che sia davvero opera della oscura sindrome dell’avv. Troncone?